Da TriestePrima.it del 4 febbraio 2018 (stralcio dell’articolo)
Dopo Macerata, Trieste?», l’attacco Ics alla Politica triestina
Non era diretto all’Ics direttamente, ma il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale Claudio Giacomelli ha toccato su Facebook i fatti di Macerata: «Il pazzo di Macerata è un criminale e merita la galera; continueremo a lottare contro la folle politica sull’immigrazione del Pd, anche nella nostra città. Questa immigrazione non possiamo permettercela nè da un punto di vista sociale nè economico. Provare a nascondere questo fatto con un “zitto o diventi mandante morale dei pazzi” è un speculazione squallida. Con noi non funziona. Sì, esistono pazzi, criminali, stupratori e spacciatori italiani. Questo non rende meno idiota importare in aggiunta pazzi, criminali, stupratori e spacciatori stranieri – attacca Giacomelli -. Così come esistono sempre più Italiani onestissimi in stato di povertà, che lo Stato non aiuta. Ed è criminale in questa situazione importare stranieri anche onestissimi in stato di povertà. Il meccanismo non funziona e basta. Al netto dei pazzi e di Saviano».
Da Il Piccolo (online) del 5 febbraio 2018
Poco dopo è Claudio Giacomelli, segretario provinciale di Fratelli d’Italia e componente della direzione nazionale del partito, a pubblicare un post di risposta a Schiavone. «L’Ics sbarca ufficialmente in politica», avverte Giacomelli. «Il pazzo di Macerata è un criminale e merita la galera – prosegue il consigliere comunale – noi continueremo a lottare contro la folle politica sull’immigrazione del Pd, anche nella nostra città. Questa immigrazione non possiamo permettercela né da un punto di vista sociale né economico. Esistono pazzi, criminali, stupratori e spacciatori italiani. Questo non rende meno idiota importare in aggiunta pazzi, criminali, stupratori e spacciatori stranieri. Così come esistono sempre più Italiani onestissimi in stato di povertà, che lo Stato non aiuta. Ed è criminale in questa situazione importare stranieri anche onestissimi in stato di povertà. Il meccanismo non funziona. Al netto dei pazzi – chiosa Giacomelli – e di Saviano».
Da TriestePrima.it del 6 febbraio 2018
«Fare dei paralleli fra il grave episodio di Macerata e responsabilità morali dei partiti del centrodestra triestino come Fratelli d’Italia mi sembra una follia: si tratta invece di un episodio che merita massima attenzione anche per evitare fenomeni di emulazione. Sono esterrefatto delle parole in libertà del direttore dell’Ics che conosco solo in quanto so occuparsi del “business dell’accoglienza” a Trieste; lo stesso business che Fratelli d’Italia vuole sia rendicontato per legge e ridotto ai soli bisognosi di accoglienza e protezione umanitaria di donne, bambini e nuclei familiari che fuggono dalla guerra».
Il coordinatore di Fratelli d’Italia per il Friuli Venezia Giulia e candidato al Senato della Repubblica Fabio Scoccimarro replica al comunicato “shock” del direttore Ics che ipotizzava un nuovo caso Macerata questa volta a Trieste: «Ritengo che per simili deliri sia stato male consigliato al fine di ottenere visibilità mediatica in vista di una sua prossima candidatura nel Consiglio regionale Fvg».
«Fratelli d’Italia, oltre a contrastare l’immigrazione irregolare tramite il controllo delle frontiere, il blocco navale con rimpatrio immediato a seguito di accordi con gli stati di provenienza, propone l’espulsione dei clandestini e soprattutto lo stop al business dell’accoglienza, ma contemporaneamente – aggiunge Scoccimarro – un piano internazionale d’investimenti per aiutare le popolazioni del continente africano».
«Proprio a questo riguardo – rivela il coordinatore Fvg del partito di Giorgia Meloni -, mi costa rompere la riservatezza sulle attività benefiche svolte da anni tramite di una Onlus fondata dalla mia famiglia con la quale promuoviamo in Tanzania un progetto scientifico; abbiamo creato un villaggio didattico e avviato una sinergia tra scienziati italiani e ricercatori africani, il tutto propedeutico allo sviluppo medico scientifico in Tanzania. Detto questo – conclude Scoccimarro -, non accetto lezioni da chi ha fatto della solidarietà un business».
Massimo