Da Il Piccolo

TRIESTE. «Il primo congresso nazionale della destra italiana a Trieste». Gongola il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Fabio Scoccimarro, quando viene sorpreso da una telefonata che gli domanda a cosa serva il sopralluogo compiuto ieri all’Alma Arena assieme a un funzionario nazionale del movimento. La visita è motivata dalla volontà di verificare gli spazi disponibili nel palazzetto che, con ogni probabilità, ospiterà il congresso nazionale di Fdi l’1 e 2 dicembre prossimi. Siamo ancora nel campo dell’ufficiosità, ma il chiacchiericcio politico dà infatti Trieste strafavorita per accogliere la massima assise del partito di Giorgia Meloni, orientata a far cadere la propria scelta sulla città simbolo degli eredi del Movimento sociale e di Alleanza nazionale.
Sebbene in assenza di una conferma formale da Roma, gli uomini di Fdi in Friuli Venezia Giulia sentono di avere la partita in tasca, perché l’ufficio di presidenza del partito avrebbe espresso la sua preferenza per organizzare a Trieste il secondo congresso della propria storia. Il palasport è stato già opzionato e si lavora per stipulare convenzioni con gli alberghi. I movimenti sul territorio dicono insomma che la macchina organizzativa si è messa in moto, a poco meno di un mese e mezzo dall’adunata che porterebbe a Trieste quattromila congressisti da tutta Italia. Ai delegati andrebbe ad aggiungersi inoltre una lunga lista di invitati, a cominciare dalla probabile presenza dei leader alleati Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Ma la speranza è di poter registrare anche nomi di primo piano della destra populista europea, come la francese Marine Le Pen e l’austriaco Heinz-Christian Strache.
Il congresso provvederà al rinnovo dell’assemblea nazionale, del direttivo e della presidenza di Fdi, ma l’uscente Meloni non pare avere sfidanti all’orizzonte: «La dimostrazione che le quote rosa sono inutili quando in campo ci sono donne di valore», rimarca Scoccimarro con tono orgoglioso. I convenuti discuteranno inoltre delle prospettive di crescita e delle strategie politiche del partito in una fase densa di appuntamenti elettorali, con politiche e regionali previste nel 2018 e con il voto siciliano appena archiviato, con la possibilità dunque di testare l’appeal di un candidato di destra come Nello Musumeci. Da quanto trapela, Meloni avrebbe telefonato ieri al sindaco Roberto Dipiazza, ma l’interessato sorvola: «Era la settimana scorsa. Sarebbe un piacere ospitare il congresso nazionale di Fratelli d’Italia, perché la politica è una cosa nobile. Trieste è una città simbolo per la destra, ma lo è per chiunque provi un sano sentimento di patriottismo».
Il primo cittadino, si sa, è uomo che bada anche al sodo: «Arriveranno persone da tutta Italia e ciò significa introiti per alberghi e commercio». Per Scoccimarro, la conferma del congresso sarebbe invece un successo politico personale: «È da maggio che insisto. Ricordo quando fondammo Fdi nel 2013 e in regione eravamo poco più di quattro amici al bar: oggi invece abbiamo un migliaio di iscritti, siamo dentro le amministrazioni e si parla di organizzare il congresso nazionale». La scelta potrebbe derivare anche dalla volontà di dare una spinta verso le regionali, «ma ciò che ha fatto vibrare le corde – spiega il coordinatore del Fvg – è un simbolo come Trieste: la città è vista come la Madonna nella destra italiana. I dirigenti del Sud dovranno fare un lungo viaggio, ma si sacrificheranno volentieri proprio in nome di Trieste».
Il livello nazionale di Fdi si chiude tuttavia nel riserbo. Il responsabile organizzativo Francesco Lollobrigida ammette: «Siamo innamorati di Trieste, ma la collocazione geografica è particolare e siamo un partito povero per coprire le spese di lunghi viaggi». Questione di costi, dunque: «Decideremo nei prossimi giorni – dice Lollobrigida – e verremo certamente, se ci sarà la possibilità, dopo aver valutato il preventivo delle spese per ospitalità e trasporti. Spostare quattromila delegati non è uno scherzo.
Speriamo che Trieste contraccambi il nostro amore, tenendo bassi i costi delle sistemazioni alberghiere». Allo scopo si sta adoperando anche PromoTrieste. Per questa ragione restano ancora aperte le soluzioni subordinate di Chianciano, San Benedetto e Roma: le prime due dotate di ampia ricettività alberghiera fuori stagione, la capitale maggiormente baricentrica per il viaggio dei delegati meloniani. In fase di finalizzazione anche accordi speciali con Trenitalia e Alitalia.

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