Da Triesteallnews del 6 aprile 2019

Giornata d’incontri con la cittadinanza triestina e di raccolta di generi alimentari per la Pasqua delle famiglie italiane in difficoltà; presenti, in Piazza Goldoni, davanti al supermercato Bosco, i dirigenti di Fratelli d’Italia con i suoi esponenti ai consigli Comunale e Regionale e il gruppo che contribuisce alle attività dello “Sportello del Cittadino”. “Siamo molto contenti”, hanno dichiarato Claudio Giacomelli e Salvatore Porro; “anche quest’anno, il sesto, c’è stata molta partecipazione, e questo contribuirà almeno un poco a rendere la Pasqua di chi è in difficoltà più serena”. L’occasione consente una breve intervista con il senatore Luca Ciriani, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato e membro della Quarta Commissione Permanente Difesa e, da novembre scorso, della delegazione parlamentare italiana presso l’InCE.

Senatore, “Fratelli d’italia” con i suoi dirigenti direttamente fra la gente, anche con queste raccolte?

“È nella nostra tradizione, e faccio i miei complimenti ai dirigenti triestini del nostro partito. È un’iniziativa davvero molto giusta, che conferma le nostre tradizioni sociali e l’attenzione verso le persone che soffrono. Questa tradizione di Pasqua è un modo in più per dire che la destra sociale c’è: c’è sempre stata”.

Nei confronti di questa iniziativa, che, come sottolineate, è rivolta alle famiglie italiane, ci sono state delle polemiche e accuse di discriminazione.

“Non c’è nessuna volontà di discriminazione: ‘Prima gli italiani’ vuol dire una cosa precisa: delle famiglie italiane, purtroppo, pochi si occupano. Negli ultimi anni è sembrato che l’unico problema fosse dare accoglienza e ristoro agli immigrati; esistono però molte famiglie italiane in difficoltà che non fanno richiesta di aiuto, si vergognano, vogliono mantenere una dignità. Quando ciò si verifica, queste famiglie si ritrovano penalizzate dagli strumenti di misurazione del reddito, che sono, a nostro modo di vedere, alquanto discutibili. E rimangono sole. Peraltro la raccolta, come hanno spiegato Claudio Giacomelli e i dirigenti triestini, viene destinata a chi ne beneficerà attraverso canali associativi, in modo da assicurare una giusta destinazione e garantire che si tratti di donazioni anonime. Non vogliamo che ci sia nessuna forzatura o forma di propaganda”.

Che cosa non funziona, secondo lei? Perché lo stato non arriva là dove invece arrivano, almeno in parte, le iniziative private?

“Crediamo che sistemi come l’ISEE misurino la ricchezza, ma non la povertà. Se una famiglia si trova in difficoltà, ad esempio, dopo tanti anni di lavoro, perché il lavoro viene perso, e ha avuto la ‘sventura’ di comprarsi una casa, il possedere l’abitazione può fare reddito, e spesso esclude i proprietari dalle misure sociali sia del governo nazionale che di quello regionale. È una grande ingiustizia. La prima casa, che può essere anche frutto di un’eredità, spesso non da’ alcun reddito, ma è anzi fonte di spese. Un bene immobile ereditato, un piccolo appezzamento di terra, o un piccolo appartamento, magari in comproprietà con altri fratelli o sorelle, è invendibile. In molti casi non ha praticamente valore sul mercato, e non produce nulla. Per il fisco italiano, però, è un indice di ricchezza. Ecco che gli stranieri che arrivano e rimangono in Italia da questo punto di vista sono, fra virgolette, ‘privilegiati’, perché non sono proprietari di casa ma anzi spesso ne hanno ricevuta una in affitto agevolato dagli enti territoriali, non hanno altri beni immobili, e hanno famiglie numerose. In più, gli eventuali beni immobili di cui possono essere proprietari all’estero, nei paesi di provenienza, non vengono censiti. Per questo continuiamo a dire: ‘prima gli italiani’. Qui a Trieste, peraltro, ha un significato ancora più importante. Questo non significa discriminare nessuno, ma dire che ci sono tante famiglie italiane che hanno bisogno, di cui nessuno parla, di cui pochi si occupano”.

Assolombarda segnala con forza, attraverso il suo presidente Carlo Bonomi, la nuova crisi italiana: una nuova probabile recessione. Qual è la sua opinione, se pensiamo al Friuli Venezia Giulia?

“La situazione del Friuli Venezia Giulia, che è quella di tutto il nord dell’Italia, con poche eccezioni, purtroppo desta preoccupazione. Soprattutto la classe imprenditoriale, quella che produce ricchezza, si sente abbandonata. Si sente molto lontana da quelle che sono le priorità dell’attuale governo, che si è concentrato su spesa corrente fatta a debito, come quella per il reddito di cittadinanza; ma non ci sono soldi per gli investimenti, e non c’è la cosa più importante: il taglio delle tasse. Tanto promesso”.

Industriali e imprenditori, quindi, in scontro con il governo di Lega e Movimento 5 Stelle”?

“Questo, più che il ‘governo del contratto’, mi sembra il ‘governo del contrasto’. Ogni giorno si litiga su tutto: sulla politica estera, su quella interna, sulla sicurezza, sulle tasse. Alla fine il paese è fermo, e l’economia, ora, va indietro, a cantieri bloccati e investimenti che non ci sono. Non penso che possiamo permetterci il lusso di una campagna elettorale continua fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, perché sta avendo un prezzo: l’immobilismo”.

Un cambio di governo potrebbe migliorare la situazione, sbloccare qualcosa?

“Il centrodestra è in maggioranza in questo paese. La mia speranza è che dopo le elezioni europee ci si renda conto che esiste un centrodestra maggioritario, che deve governare. Governare assieme al Movimento 5 Stelle, appaltandogli la politica sociale ed economica, è come guidare una macchina con il freno a mano tirato. Continuare così è impossibile; non si va da nessuna parte”.

Lei è sempre stato molto vicino a Trieste.

“Trieste è la mia seconda città. È una città che ha delle grandi, straordinarie possibilità di riscatto economico legate soprattutto al porto. Ha un’economia che sta risalendo. E una vocazione turistica straordinaria che fortunatamente in questi ultimi anni è stata riscoperta, attraverso un lavoro fatto da tutte le giunte comunali e regionali che si sono susseguite, dal centrodestra al centrosinistra. Questa secondo me è stata una grande intuizione che ha portato a un lavoro comune; Trieste è bellissima, e chi viene vuole ritornarci”.

La prossima sfida politica del suo partito?

“Il congresso programmatico di Fratelli d’Italia a Torino e, naturalmente, le elezioni europee. Per noi è molto importante dare forza al progetto che ha lanciato la presidente Meloni: costituire una seconda gamba per il centrodestra, alleata alla Lega ma distinta, in modo tale che si possa creare un nuovo modo di governare”.

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