Da Triesteallnews del 12 aprile

“Capiamo l’operazione politica di voler attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul vademecum dell’IRSEC, per non voler parlare della necessità di non dare soldi pubblici a ben altre opere che negano Foibe, Esodo e addirittura il martirio di Norma Cossettoma lascino fuori da questa operazione la Lega Nazionale di Trieste“. Esordisce così, lanciando un monito ben preciso, Claudio Giacomelliconsigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia Trieste. “È addirittura avvilente dover spiegare a lor signori che la Lega Nazionale è un’associazione che a Trieste esiste dal 1861 e che da sempre lotta per la promozione della cultura italiana di Trieste e della Venezia Giulia e per il ricordo e l’analisi della storia di queste terre”.

Nella lettera in merito alla legge regionale che blocca i finanziamenti a chi nega o riduce il dramma delle foibe, tra le righe si definisce la Lega Nazionale come un “ente privo delle necessarie credenziali di competenze e serietà sul terreno della ricerca storica”, e l’affidamento alla Lega Nazionale della gestione del Museo del Risorgimento da parte del Comune di Trieste sarebbe vista dai promotori della petizione come una “torsione revisionistica”. Dice la sua quindi anche la segreteria provinciale di Fratelli d’Italia Trieste: “Vogliamo ricordare che il primo lavoro storiografico serio sulle foibe è stato edito proprio dalla Lega Nazionale, e scritto dal dottor Roberto Spazzali, docente e laureato in storia. Soprattutto, la Lega Nazionale è associazione insignita della Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, tra l’altro da parte del Presidente Saragat, antifascista vero e non come gli antifascisti da salotto buono di oggi. Evidentemente certi argomenti sono ancora tabù e ancora dopo settant’anni non c’è serietà e intelligenza per ammettere le verità e le colpe di una parte politica, ancora oggi difesa ciecamente da una sinistra ormai senza senso”.

 

Da TriestePrima dell’8 aprile

l Novecento del confine orientale d’Italia si sa, se finisce nelle mani della politica tende a rivelare tutta la sua capacità divisiva. A far discutere questa volta è il caso sollevatosi negli ultimi giorni in Friuli-Venezia Giulia, dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale di una mozione che blocca i finanziamenti pubblici alle realtà che negano o riducono il dramma delle foibe.

La battaglia: raccolta firme, comunicati stampa e contrapposizioni

La querelle – che assume ogni giorno che passa una valenza politica, e poco culturale – va avanti a colpi di comunicati stampa, repliche e dure prese di posizione da parte di tutto l’arco politico, con incursioni, più o meno interessate, di sodalizi dei rappresentanti degli esuli come l’Unione degli Istriani o i Dalmati di de Vidovich. A questo si somma un clima particolarmente incandescente e scatenato, negli ultimi mesi, da contrapposizioni personali – la crociata del presidente dell’UDI, Massimiliano Lacota, nei confronti degli storici Cernigoi, Kersevan e Sandi Volk, che a suo dire negherebbero le foibe – da censure di pagine Facebook e generalmente, da un clima di difficile convivenza.

Riavvolgiamo il nastro: quando iniziano

Nell’analisi del momento uno spazio lo assume, inevitabilmente, il film “Red Land”, spinto dai vertici dell’UDI, sponsorizzato dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e che ha ricevuto la personale investitura dalla Lega, con Matteo Salvini e Massimiliano Fedriga in prima fila per diffondere la pellicola. Il lavoro quotidiano sui social media da parte dell’Unione degli Istriani e delle associazioni a difesa della memoria degli esuli è aumentato esponenzialmente nell’ultimo periodo, sulla scia di un sempre maggiore bisogno di comunicare sul web, non sempre distante da registri espressivi che strizzano l’occhiolino alla politica.

Raoul Pupo messo all’indice

A seguito dell’approvazione della mozione è stato chiamato in causa anche lo storico triestino Raoul Pupo, con un passato della Democrazia Cristiana e generalmente accettato come uno degli studiosi più autorevoli della materia a livello internazionale. L’UDI ha spiegato che nessun attacco è stato rivolto allo storico triestino.

Senza eccedere nel più classico e retorico dei capri espiatori, la discussione si è animata ulteriormente con l’intervento dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano. Il presidente Paolo Pezzino ha scritto una lettera indirizzata a Sergio Mattarella e allo stesso Fedriga. “Volete imporre una verità di Stato, sminuendo il lavoro degli storici” questo uno dei virgolettati presenti nella missiva.

Il sodalizio degli esuli in prima fila

L’Unione degli Istriani ha fatto poi partire una raccolta firme – con migliaia di adesioni arrivate anche dal web – per ribadire la sua posizione nella discussione. In ultimo poi, Fratelli d’Italia si è inserito nel dibattito prendendo le difese della Lega Nazionale, menzionata all’interno delle motivazioni che avevano spinto Walter Chiereghin e Fulvio Senardi a dare il la ad una ulteriore raccolta di adesioni contrarie alla mozione consiliare. “Si definisce la Lega Nazionale “ente privo delle necessarie credenziali di competenze e serietà sul terreno della ricerca storica. Addirittura, l’affidamento alla Lega Nazionale della gestione del Museo del Risorgimento da parte del Comune di Trieste sarebbe una “torsione revisionistica” si legge nella nota del partito della Meloni.

Alcune storie e alcune politiche vanno a braccetto

Fratelli d’Italia è da sempre vicino alla Lega Nazionale e ai valori di patriottismo che la stessa manifesta apertamente, in una linea politica che la contraddistingue dal giorno della sua fondazione. Il giorno della manifestazione nazionale di CasaPound, dal balcone di largo Riborgo erano diverse le bandiere italiane che sventolavano, durante le operazioni di assembramento dei manifestanti neofascisti. “Capiamo l’operazione politica di voler attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul vademecum dell’IRSREC per non voler parlare della necessità di non dare soldi pubblici a ben altre opere che negano Foibe, Esodo e addirittura il martirio di Norma Cossetto – scrive Claudio Giacomelli, consigliere regionale e comunale di FdI “ma lascino fuori da questa operazione la Lega Nazionale di Trieste”.

E Spazzali?

La segreteria provinciale di Fratelli d’Italia Trieste riprende poi una segnalazione scritta dal direttore dell’Irci, Piero Delbello e pubblicata da Il Piccolo negli scorsi giorni: “Vogliamo ricordare che il primo lavoro storiografico serio sulle foibe, è stato edito proprio dalla Lega Nazionale e scritto dal dottor Roberto Spazzali”. “Soprattutto la Lega Nazionale è associazione insignita della Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte (tra l’altro da parte del Presidente Saragat, antifascista vero e non come gli antifascisti da salotto buono di oggi). Evidentemente certi argomenti sono ancora tabù e ancora dopo settant’anni non c’è serietà e intelligenza per ammettere le verità e le colpe di una parte politica, ancora oggi difesa ciecamente da una sinistra ormai senza senso”.

La posizione dei grillini: la Raggi oggi al campo profughi di Padriciano

I Cinque Stelle infine hanno storto il naso dopo l’approvazione della mozione regionale.  La Giunta infatti, secondo il grillino Andrea Ussai ha “bocciato un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle che mirava a promuovere la divulgazione negli istituti scolastici della storia peculiare della nostra regione anche attraverso il documento della Commissione italo-slovena del 25 luglio 2000”. Secondo i Cinque Stelle bisogna “arrivare a una memoria pacificata, superando le strumentalizzazioni che accompagnano sempre questo tema. Spiace che il presidente Fedriga, respingendo il nostro ordine del giorno, firmato anche dall’esponente della comunità slovena Igor Gabrovec, non abbia colto questa occasione così come la sua maggioranza che ha votato compattamente contro”.

Le ferite che si riaprono

Infine, nel pomeriggio di oggi 8 aprile la sindaca di Roma Virginia Raggi accompagnerà oltre 160 studenti romani nella visita del campo profughi di Padriciano, uno dei simboli delle sofferenze novecentesche del confine orientale d’Italia che, puntualmente, riprende a sanguinare ogni qualvolta si parli di memoria. Insomma, un momento storicamente straordinario.

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