Da Triesteallnews

Molti i temi trattati da Giorgia Meloni nel suo incontro di ieri mattina a Trieste con la stampa, svoltosi assieme a Luca Ciriani capogruppo al Senato, Walter Rizzetto coordinatore per il Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro assessore regionale con delega all’Ambiente, Claudio Giacomelli segretario provinciale, e con Giulia Manzan di “Autonomia Responsabile”, candidata alle elezioni europee 2019 assieme a Ciriani e a Giorgia Meloni stessa che è capolista in tutte le circoscrizioni. “In Friuli Venezia Giulia”, ha esordito Meloni, “è stato fatto un ottimo lavoro; io sono vicina a questa città. Vicina a questa regione per storia, per identità e anche perché per noi è uno straordinario laboratorio che ci ha già regalato bei risultati, con i sondaggi che danno Fratelli d’Italia in importante crescita”. Assieme all’apprezzamento espresso, tre sono stati, fra tutti, i temi più sentiti, anche a seguito degli interventi fatti al termine della conferenza stampa da imprenditori di Trieste e del Friuli Venezia Giulia e da esponenti delle Forze dell’Ordine e del SAP: l’ambiente e l’energia con l’importante risultato dell’aeroporto “energy-free” di Trieste, la sicurezza e il contrasto all’immigrazione clandestina con i pericoli costituiti dalla ‘nuova rotta balcanica’ e la richiesta di maggior supporto fatta proprio dal Sindacato di Polizia attraverso Lorenzo Tamaro e Simon Carfi, e la concorrenza dei paesi confinanti. Sull’ambiente ed energia, quello di Trieste si avvia a essere il primo aeroporto in Europa servito da energia completamente rinnovabile, e si avvicina, come ha ricordato Fabio Scoccimarro, l’appuntamento con gli stati generali dell’ambiente ed energia previsti per novembre 2019 che vedranno il coinvolgimento dei paesi dell’Alpe Adria e la ‘Carta di Trieste’, una ‘carta di Parigi’ in piccolo proiettata sulla finestra di tempo 2030-2050 che sancirà l’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia proprio nella difesa dell’ambiente.

Sul sostegno alle imprese e la libera concorrenza, Giorgia Meloni non ha mancato di ricordare l’importanza delle azioni già in corso. “La difesa del bonus carburante è un tema enorme, aspettiamo adesso la sentenza europea; confidiamo che il giudizio della Corte Europea, sui carburanti, sia a favore dell’Italia, anche tenendo conto del fatto che l’attuale commissario europeo ai trasporti è sloveno”. Il tema ‘concorrenza’ riapre una discussione mai sopita e riporta alla cronaca un problema mai giunto a soluzione; da più di vent’anni, i finanziamenti verso i paesi della zona orientale dell’Europa sono andati via via aumentando, con una certa costanza, fornendo un vantaggio competitivo ad alcuni piuttosto che ad altri: si tratta della Slovenia per quanto riguarda l’area immediatamente vicina a Trieste, e poi Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Croazia, Ungheria. Per trovare una spiegazione si può risalire indietro nel tempo, fino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e alla caduta del muro di Berlino, dopo la quale è stato naturale, fisiologico, uno spostamento dell’attenzione della Germania a est, che ha attratto anche quello della Francia.

L’allargamento verso est dell’Europa senza accordi per una politica comune di bilancio nonché di gestione economica e della forza lavoro è stata la scintilla che, materialmente, ha innescato la crisi europea che viviamo oggi: si è venuta a creare, in Europa, una situazione di concorrenza sleale lungo l’asse da est a ovest, che si è concretizzata in esternalizzazioni e delocalizzazioni del lavoro in paesi che hanno un costo del lavoro più basso e in una presenza diretta, nei territori di confine, di imprese che hanno sede in un altro paese europeo ma che erogano direttamente attività e servizi in Italia, beneficiando di condizioni fiscali di maggior vantaggio in assenza di regole precise o, laddove le regole ci sono, in contravvenzione delle stesse. La mobilitazione dei lavoratori e degli imprenditori, anche quando supportata dall’attenzione delle istituzioni e della Regione Friuli Venezia Giulia in primo luogo, non sempre è servita a riequilibrare le situazioni di divario. “In Europa andiamo per cambiare tutto, come dice il nostro slogan”, ha ricordato Giorgia Meloni. “Per distruggere l’attuale costruzione europea e sostituirla con una che sappia rispettare i diritti nazionali e che non sia al servizio della Francia e della Germania. Nella mia idea di Europa, si decide assieme come ci si muove in Libia nell’interesse dell’Unione Europea, e si decide autonomamente sul tema della lunghezza delle zucchine. È il modello che andiamo a costruire con il gruppo dei Conservatori, la terza famiglia politica europea per grandezza”.

Sulla nuova rotta balcanica e la difesa dei confini, Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di intervento rapido e mirato, attraverso l’affiancamento dell’Esercito alle attività di polizia confinaria e controllo del territorio, e attraverso l’istituzione di pattuglie congiunte italo-slovene, proposta già descritta da Luca Ciriani e Claudio Giacomelli; in uno dei punti conclusivi della ‘rotta balcanica’, quello del Rio Ospo, in prossimità di Muggia, la Meloni ha voluto andare di persona, per constatare l’abbandono di vestiti e oggetti che costituisce una delle caratteristiche di questo nuovo flusso migratorio. “Più o meno sei miliardi di euro donati alla Turchia di Erdogan per bloccare il flusso di migranti che vengono da est: mi pare che Erdogan non stia facendo il suo lavoro, gli immigrati arrivano lo stesso, i dati della Polizia di Frontiera del Friuli Venezia Giulia sono chiari e con transiti triplicati: e non ne parla nessuno, non ne parla la stampa, non ne parla il Governo. Per un migrante identificato, ce ne sono dieci che entrano e spariscono. Il Friuli Venezia Giulia rischia di diventare la Lampedusa del nord; non lo possiamo accettare”. E non è mancata una stoccata diretta al governo gialloverde: “In Friuli Venezia Giulia non attecchisce il reddito di cittadinanza; perché qui c’è gente che chiede di poter lavorare, e le imprese non vogliono chiudere. L’unico modo per aiutare territori come questo è aiutare le attività produttive; e invece continuano ad aumentare le tasse”. Un governo che non è in grado di dire, così Giorgia Meloni, se le clausole di salvaguardia saranno disinnescate o meno: un aumento dell’IVA al 25 per cento nei prossimi due anni, manifestamente ‘piano B’ del Ministero dell’Economia di fronte alla mancata crescita e al ristagno dei mercati e del prodotto interno lordo, basterebbe infatti da solo a vanificare le agevolazioni fiscali e i sostegni che il governo regionale si sta adoperando per ottenere. “Noi lavoriamo per un’alternativa; c’è un’altra maggioranza possibile, siamo pronti a dire la nostra, forti di un’esperienza molto vicina anche alle tematiche sociali e che ci da’ grandi soddisfazioni”.

In conclusione, Giorgia Meloni ha annunciato l’adesione a Fratelli d’Italia di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, che l’ha accompagnata in Friuli Venezia Giulia per annunciare assieme a lei di stare lavorando a una proposta di legge relativa alla gestione delle emergenze che si ispira alla riforma Zamberletti; dopo il recente anniversario del terremoto del 6 maggio 1976, l’annuncio ha anche valore di simbolo. A Pirozzi e a Giorgia Meloni, Walter Rizzetto, nato a San Vito al Tagliamento, ha voluto donare una pubblicazione a ricordo del Friuli di allora.

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