Non utilizziamo soldi pubblici per riesumare vecchi fantasmi.

“Ci sembra incredibile, che si utilizzino ancora altri soldi pubblici per risvegliare vecchi fantasmi.”, così, si è espressa con una nota la Segreteria provinciale 

di Trieste di Fratelli d’Italia in merito alle notizie apparse quest’oggi sulla stampa relative a un presunto “…processo, previsto dalla legge di Tutela del 2001, di restituzione alla Comunità slovena dei Narodni Dom di via Filzi e di San Giovanni…”.

“Per questo, ha continuato Fratelli’ D’Italia, il nostro capogruppo in regione, Claudio Giacomelli, ha predisposto un’interrogazioneurgente e risposta immediata all’assessore Roberti per conoscere le intenzioni dell’amministrazione regionale in merito alla gestione delle sedi degli ex Narodni Dom di Trieste.

Vanno bene le tutele delle minoranze, ma qui ora si sta esagerando, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello storicoSotto il profilo giuridico, ha ricordato la Segreteria provinciale del partito, la legge di tutela della minoranza prevede che l’ex Narodni Dom di San Giovanni venga restituito alla comunità slovena e per questo la regione ha già stanziato oltre 3,5 milioni di euro.

Per quanto riguarda invece il molto più prestigioso palazzo di via Finizi, francamente credevamo che si trattasse di una faccenda conclusa ormai da molti decenni, almeno da quando esso venne destinato a sede della Sezione di Studi di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (SSLMIT) fiore all’occhiello della nostra offerta formativa universitaria. Senza dimenticare inoltre che all’interno della nuova scuola interpreti sono riservati alcuni spazi attività culturali slovene. Tutto chiaro? Invece no. Adesso si parla di una “restituzione” del ex hotel Balkan che non ci pare prevista da nessuna norma e da nessun accordo internazionale.

Oltre a tutto, riprendono i sovranisti triestini, ricordiamo che tra il 1957 e il 1964 a titolo di risarcimento proprio per l’incendio del Narodni Dom, lo Stato italiano rimborsò alla comunità slovena ben 500 milioni di lire dell’epoca, quasi 7 milioni di euro di oggi. Non proprio una mancetta se si pensa che l’immobile non fu mai espropriato alla comunità slovena, ma da questa regolarmente venduto, all’epoca, ad una società che vi fece un albergo.

Anche sulla “frettolosa “ ricostruzione storica degli avvenimenti di quella calda estate del 1920 ci sarebbe molto da ridire, ha aggiunto la segreteria sovranista. Ci vogliamo dimenticare dei “fatti di Spalato” con la morte del comandante Tommaso Gulli e del motorista Rossi che diedero il via alle manifestazioni triestine? O dell’assassinio nelle vicinane di Piazza Unità del manifestante italiano Giovanni Nini ucciso con tre coltellate, cosa che causò l’esasperazione della folla? E perché non ricordare che dal Balkansi sparava e si gettavano bombe, una delle quali uccise il tenente del Regio Esercito Luigi Casciana? Perché non si ricorda che l’immobile era protetto dalle truppe rege di Giolitti, e non di Mussolini, che arrestarono coloro che avevano sparato dal Balkan? 

A questo punto, ha concluso la segreteria provinciale di Fratelli d’Italia, con tutte le emergenze che ci assillano ogni giorno, ci chiediamo se davvero sia il caso di andare a riversare ulteriori risorse pubbliche e unilaterali letture storiche su una faccenda che si sembra debba essere definitivamente chiusa sia sul piano storico che su quello politico. 

 

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *