Da Trieste All News del 7 gennaio 2020

È giovane, è donna, è concreta e sa parlare di fatti e di idee al cuore delle persone, anche senza slogan – lo ha fatto anche in questi giorni, a proposito della crisi fra Stati Uniti e Iran e del ruolo italiano nello scenario mediterraneo: Giorgia sembra inarrestabile. Per chi segue la politica con razionalità e attenzione, fuori dalla platea Social, dai riflettori troppo accesi e dalle polemiche, non è poi una sorpresa così grande, ma piuttosto una conferma: si può non essere d’accordo con lei e non essere di destra, può non piacere oppure si, ma lei c’è, e con lei il suo partito. In un primo sondaggio politico a inizio 2020, realizzato da YouTrend e Agi, proprio Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia risulta essere il personaggio attualmente più influente e si porta via, assieme al Partito Democratico (neppure questa è una sorpresa), un buon 10 per cento dei voti che prima andavano in proiezione al Movimento 5 Stelle.

Primo appuntamento di verifica effettiva, le elezioni regionali in Emilia Romagna a fine gennaio: al di là dei sondaggi, con il voto in Emilia Romagna e Calabria si avrà un primo, importantissimo riscontro sulla situazione reale. Per la destra italiana, della quale ormai il partito di Giorgia Meloni rappresenta una componente fondamentale in termini di preferenze, vincere in Emilia e strappare la regione alla sinistra è un risultato difficile, difficilissimo: ma se il Partito Democratico, nella sua roccaforte tradizionale, dovesse anche solo cedere e pareggiare – o quasi pareggiare – vorrebbe dire, per la politica italiana, voltare pagina e mettere un grossissimo punto di domanda sul futuro del governo PD-Movimento 5 Stelle. Secondo i dati Agi-Youtrend, la valutazione delle tendenze fatta prendendo come linea base di riferimento la situazione di gennaio 2019 e considerando poi l’anno nel suo insieme, Fratelli d’Italia è il partito che ha avuto il miglior risultato e guadagnato più preferenze e potenziali elettori, attraendo voti non solo dal centrodestra ma da tutta Italia: crollo ulteriore, invece, del Movimento 5 Stelle che fatica sempre di più, fra la diaspora parlamentare verso il Gruppo Misto e le contrapposizioni fra base e guida politica a colpi di chat, a mantenere una sua identità, finendo per essere ‘rosicchiato’ anche dal Partito Democratico stesso. Provando a immaginare un punto di vista interno al Parlamento stesso, è proprio il PD, l’attuale alleato di governo, a essere diventato l’avversario principale del Movimento 5 Stelle: le scissioni interne e soprattutto Italia Viva di Renzi hanno messo la compagine di centrosinistra in difficoltà, eppure i 5 Stelle che non passano a Giorgia Meloni passano proprio al PD stesso, sottraendo voti e permettendo a Nicola Zingaretti di poter dire che, si, alla fine la barca resta a galla e quasi quasi, da un punto di vista relativo, si vince e nelle difficoltà per il PD è un buon risultato: un po’ come alle elezioni europee appena passate, ed è una situazione che che proiettata su ipotetiche elezioni politiche di oggi darebbero i 5 Stelle a voti dimezzati rispetto a marzo 2018 e una inversione del ruolo di protagonista con una sinistra più importante rispetto ai pentastellati.

Forza Italia via via si riduce sempre di più; la Lega cala, ed è in flessione anche la popolarità di Matteo Salvini: uno scenario politico 2020 che non si svilupperà senza la discussione sulla nuova legge elettorale, che ormai sembra indirizzata al sistema proporzionale a soglia di sbarramento alta, con tutti d’accordo. Attenzione, però, perché nelle analisi non va dimenticato il fatto che la Lega rimane con ampio distacco il primo partito italiano in termini di numero di preferenze: e Matteo Salvini stesso è attualmente sotto bombardamento politico e mediatico continuo, ma pronto a una rinascita nel momento in cui lo stesso dovesse attenuarsi. Fattore importante.

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