“Se potessimo dare un titolo alla giornata di ieri, potremmo chiamarla “la giornata delle occasioni mancate”. Non vi sono dubbi sull’alto valore di quell’immagine dei Presidenti sulla Foiba che ha attirato l’attenzione dell’Italia. Ma a che prezzo per Trieste e la sua storia? E con quali benefici? Indubbiamente abbiamo assistito a un vero “terremoto storico” che ha distrutto in un solo mattino, la verità storica dei drammi che hanno coinvolto le nostre genti di Trieste, Istria, Fiume e Dalmazia, da poco tempo riemersa e rimasta nascosta per troppi anni. La visita in solitaria dei due Presidenti, possiamo dirlo, non è stato un atto di riconciliazione ma un momento di profonda amarezza, se non di sottomissione a un revisionismo storico senza precedenti. Dalle lettere dei Presidenti di ieri e dai loro discorsi sono scomparse due espressioni che faticosamente si erano fatte strada solo negli ultimi tempi tra le Istituzioni Italiane: “comunismo” e “pulizia etnica”. Cancellate con un colpo di spugna. Verità considerate troppo scomode. L’equiparazione dei martiri italiani infoibati ai terroristi anti-italiani panslavisti del TIGR è stato un atto sbagliato, gravissimo in tutti i sensi che non potremo dimenticare facilmente.” Esordiscono così in una nota il segretario provinciale Claudio Giacomelli e Nicole Matteoni, vice segretario provinciale di Fratelli d’Italia Trieste a commento della giornata di ieri.
“Apice della debacle di ieri, la decisione del consigliere militare del Presidente della Repubblica di ammainare il nostro Tricolore dal monumento nazionale della Foiba di Basovizza. Un atto incomprensibile che condanniamo fermamente, al di là del rispetto a qualsivoglia protocollo istituzionale. Non possiamo nemmeno tacere di fronte al negazionismo espresso ai microfoni di Telequattro di Boris Pahor. Una dichiarazione indegna che dovrebbe portare all’immediato ritiro dell’onorificenza appena datagli. Di sicuro Fratelli d’Italia Trieste non potrà mai portare rispetto a chi nega il dramma delle foibe. Saremo contrari a qualsiasi futuro coinvolgimento di Boris Pahor in eventi culturali della nostra città e lo diremo in tutte le sedi istituzionali.”
“Alla fine ricordiamolo chiaramente – affermano Giacomelli e Matteoni – che tutta questa operazione nasce da un volgare scambio di mercato portato avanti dall’allora ministro degli esteri del Governo Gentiloni del PD, Angelino Alfano, che nel novembre 2017 per avere il voto della Slovenia a sostegno della candidatura di Milano a sede dell’agenzia del farmaco europea ha dato il via libera al regalo di un palazzo di proprietà dell’Università degli Studi di Trieste del valore di 10 milioni di euro. Se non ci fosse stato questo scambio infatti, Borut Pahor non sarebbe mai venuto alla Foiba di Basovizza. Non finiremo mai di ricordare che per l’incendio del Balkan lo Stato italiano aveva già versato alla comunità slovena 500 milioni di lire per costruire il teatro sloveno in via Petronio e, nonostante l’eccessivo regalo ricevuto, la Slovenia ha preteso pure l’omaggio al monumento dei terroristi del TIGR. Fratelli d’Italia Trieste continuerà a controllare i passaggi del protocollo d’intesa della cessione dell’immobile al fine di tutelare l’Università degli Studi di Trieste e gli studenti coinvolti. Non lasceremo che per colpa delle scelte del Governo del PD, le nostre eccellenze siano declassate.”
“Chiediamo infine – concludono i patrioti – che venga rivisto il lavoro della Commissione bilaterale italo-slovena, carente da tutti i punti di vista, tanto da spingere il Governo a non farlo proprio. Essenziale ripartire dalla politica dell’impero asburgico volta a cancellare la presenza italiana e a slavizzare o germanizzare le genti delle nostre terre dal 1866 per arrivare a una effettiva analisi storica. Fratelli d’Italia continuerà la battaglia per inserire tra i reati del negazionismo, quello del negazionismo delle foibe e la revisione della legge che non permette ad oggi di revocare l’onorificenza a Cavaliere di Gran Croce al boia Josip Broz Tito.Le questioni del 900 si chiuderanno solamente quando gli esuli istriani avranno avuto il risarcimento o la restituzione dei beni che hanno dovuto abbandonare e quando i familiari delle vittime potranno portare omaggio alle foibe site oggi in Istria.”

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