Da Triesteallnews del 22 marzo 2019

Continua il dibattito politico a seguito degli obblighi introdotti dall’entrata in vigore, a inizio anno, della legge n.3/2019, la cosiddetta “legge spazzacorrotti”. Sotto accusa è l’articolo che prevede che siano equiparate ai partiti “…le fondazioni, le associazioni, i comitati i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da persone che siano o siano state, nei dieci anni precedenti, membri del Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali, ovvero che abbiano ricoperto nei dieci anni precedenti incarichi di governo al livello nazionale, regionale e locale”. Non sono mancate le proteste di numerose associazioni e docenti di diritto, come quella del prof. Luca Gori che, tra le pagine del “Corriere della Sera” del 15 marzo 2019, definisce la normativa addirittura “a rischio di incostituzionalità.  Il primo a muoversi, a livello politico nazionale, è stato il partito della Meloni, Fratelli d’Italia, presentando un disegno di legge che modifica quanto introdotto dalla legge 3/2019.

A seguito dell’azione congiunta di Fratelli d’Italia al Senato della Repubblica e al Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia, a cura del senatore Luca Ciriani e del gruppo regionale Fvg di Fratelli d’Italia, anche la segreteria provinciale di Trieste scende in campo per ribadire la propria contrarietà ai risvolti di una legge ritenuta irresponsabile e capace di minacciare il mondo associativo, simbolo di comunità e appartenenza. Il disegno di legge proposto da “Fratelli d’Italia” modifica l’articolo in cui la legge n.3/2019 prevede l’equiparazione a partiti e a movimenti politici, tutti quegli enti che abbiano nei propri organi direttivi (presidenti, consigli di amministrazione, consigli direttivi) persone che, nei 10 anni precedenti, abbiano avuto un qualsivoglia coinvolgimento con la politica o con la pubblica amministrazione, non soltanto a livello parlamentare ma anche nei consigli comunali (sindaci, assessori o, addirittura, semplici consiglieri) o perfino come nominati in qualità di rappresentante del Comune o della Regione.

«Una legge senza precedenti che mette le persone che si sono sempre spese, quasi sempre a titolo gratuito e con enormi sacrifici, per far vivere e funzionare associazioni e enti con scopi sociali per il bene della propria comunità, sullo stesso piano di corrotti e mafiosi, sostantivi utilizzati dal Movimento 5 Stelle per dare il nome a questa legge. Una norma figlia del fanatismo più becero del movimento cinque stelle e che già ad oggi ha mietuto le prime vittime. L’effetto di essere assoggettati a pesantissimi obblighi contabili e burocratici e ad assurdi costi aggiuntivi come la certificazione del bilancio da parte di società di revisione esterna, senza considerare i risvolti penali, sono solo alcuni degli aspetti più tremendi della storia. Qui ci troviamo davanti alla privazione della libertà personale e della possibilità di esser parte della propria comunità: un taglio netto alle persone che hanno fatto politica e che da oggi, grazie al Movimento 5 stelle, dovranno dimettersi dai propri incarichi nelle associazioni per non danneggiarne le attività. È più che risaputo che nelle associazioni il problema dei fondi è un tema centrale, e in coscienza una persona responsabile non può che dimettersi per evitare nuovi costi di gestione. Siamo davanti a una purga a cinque stelle che tocca tutta la società italiana”, dichiarano in una nota congiunta il segretario e vice segretario provinciale di Fratelli d’Italia Trieste.

Fratelli d’Italia, unita sia a livello nazionale che a livello regionale e locale su questa linea, intende difendere la libertà personale degli italiani e la loro scelta di esser parte integrante della vita di un’associazione. “Ad esempio il presidente dell’associazione che si occupa di disabili o anziani, che ha fatto dieci anni fa il consigliere comunale in un comune di 1000 abitanti, fa scattare la legge 3/2019, ed ecco che quella Onlus dovrà assoggettarsi agli stessi vincoli di un partito politico. Scandaloso. Il mondo associativo e del volontariato, rappresenta un patrimonio della nostra nazione che non può essere messo in pericolo da chi legifera alla cieca e che ritiene che chi abbia prestato servizio nelle Istituzioni sia automaticamente un potenziale corruttore o mafioso. Speriamo che questa nostra battaglia sia accolta trasversalmente da tutte le persone oneste che han fatto politica e che han dedicato parte della propria vita al bene di tutti”.

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